L’amianto è vietato ormai in 69 Paesi del mondo. Le sue fibre infatti, se respirate, sono cancerogene. Eppure in Italia, a più di un trentennio dalla messa al bando, questo minerale si trova ancora negli edifici, dai tetti alle canne fumarie, e persino nelle navi, mettendo a rischio la salute e l’ambiente. Come aveva già raccontato IrpiMedia, fra manufatti e coperture, si stima che ci sia ancora abbastanza amianto da coprire l’intera superficie della provincia di Reggio Calabria.
Adesso, grazie a una mappatura inedita, realizzata da IrpiMedia in collaborazione con altri cinque media europei, si scopre che il cemento-amianto – anche chiamato eternit, un composto in cui le fibre del minerale venivano mescolate al cemento, per renderlo più resistente e ignifugo – permane ancora non solo all’aria aperta, ma anche sottoterra, nei tubi per trasportare l’acqua che beviamo.
L'inchiesta in breve:
- In Italia l’amianto è stato messo al bando da più di trent’anni perché cancerogeno se respirato. Tuttavia si trova ancora non solo negli edifici, ma anche nelle tubature che trasportano l’acqua potabile, sotto forma di cemento-amianto, meglio noto come Eternit.
- Il rischio è che, col passare del tempo e con l’erosione provocata dallo scorrimento dell’acqua, il cemento delle tubature rilasci le fibre di amianto nella rete idrica.
- Esistono studi che dimostrerebbero il potenziale cancerogeno dell’ingestione dell’amianto fin dagli anni Sessanta, ma secondo l’OMS queste ricerche non sono sufficienti per prendere una decisione netta sulla pericolosità delle fibre nell’acqua potabile.
- Alcuni scienziati stanno esprimendo crescente timore per i potenziali rischi legati all’ingestione delle fibre attraverso l’acqua. Questa viene correlata a tumori del tratto gastrointestinale, esofago, stomaco, intestino tenue e crasso e del rene.
- Grazie a una mappatura realizzata insieme ad altri cinque media europei, IrpiMedia ha scoperto che in Italia sono censiti quasi 22.000 chilometri di tubature in cemento-amianto. Il dato, però, è molto probabilmente sottostimato, visto che molti enti non hanno risposto alle richieste di accesso agli atti.
- Solo per rimuovere le tubature in cemento-amianto censite, ha calcolato IrpiMedia, potrebbero volerci anche 250 anni. Con il rischio che, invecchiando ulteriormente, i tubi si rompano e rilascino fibre nell’acqua.